Tom Ballard by Marco Berti

Tom Ballard by Marco Berti

autore:Marco Berti [Berti, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2019-07-14T22:00:00+00:00


Cima Grande di Lavaredo

«Non mi sento solo. Sono con la montagna.»

È il 21 dicembre 2014 quando Tom inizia il suo Starlight and Storm e si porta sotto la Via Comici-Dimai, sulla parete Nord della Cima Grande di Lavaredo. L’aveva salita in solitaria e senza utilizzare la corda a ventitré anni, nell’estate del 2011. Quel giorno, sulla parete, c’erano numerose cordate, più di quaranta persone.

È trepidante nell’affrontare il primo passo del suo impegnativo progetto.

I fratelli Giuseppe e Angelo Dimai ed Emilio Comici hanno salito per primi quella parete nell’agosto del 1933. Comici stesso l’ha poi ripetuta in solitaria il 2 settembre del 1937. La prima ascensione invernale è invece stata opera di Sepp Brunhuber e Fritz Kasparek, quest’ultimo già protagonista della prima ascensione alla famigerata parete Nord dell’Eiger con Andreas Heckmair, Ludwig Vörg e Heinrich Harrer, l’alpinista noto al grande pubblico per Sette anni in Tibet.

La corsa agli exploit sulla Comici-Dimai ha poi visto Toni Egger, uno dei più forti alpinisti del secondo dopoguerra, riuscire nella ripetizione in solitaria invernale nel 1956.

È indubbiamente una delle vie classiche più famose delle Dolomiti e rimane, nonostante siano passati più di ottant’anni, un grande itinerario, che si sviluppa inseguendo i tratti di roccia nera che segnano la parete gialla e strapiombante.

Le difficoltà non superano il quinto superiore, con qualche passaggio in artificiale quando si utilizzano i chiodi per la progressione. Se percorsa tutta in libera, si trova qualche passaggio di settimo.

Il 20 dicembre, Tom con Jim, Stefi e Patricia, la «Senorita Kalashnikov» della Roda di Vael, partono dalla Val di Fassa con destinazione Misurina, dove Jim rimane ad aspettarli vicino al furgone.

Arrivati al Rifugio Auronzo, proseguono verso la Forcella Lavaredo e da lì Tom osserva per la prima volta le condizioni della parete. Sembrano buone, anche se al momento un vento cattivo avvolge la montagna, costringendolo ad attendere che si calmi.

Per la notte si sistemano all’interno del «garage», il bivacco invernale del Rifugio Auronzo.

Alcune ore dopo vengono raggiunti dal fotografo Ruggero Arena e dalla guida alpina Eric Giardini.

La serata, in un clima conviviale, trascorre rilassata, tra chiacchiere e progetti.

Tom, sempre ascoltando il vento che non intende abbandonare la montagna, afferma: «Il problema domani è questo vento, veramente strong. Non è tanto il freddo, quanto queste raffiche. Se rimangono molto forti, probabilmente non potrò scalare. Comunque non ho intenzione di tentare la salita tanto presto, perché sarebbe inutile e perché le prime ore del giorno sono le più ventose. Al risveglio verificheremo le condizioni e poi deciderò. In ogni caso, un tentativo lo farò».

Il vento è ancora intenso anche il giorno dopo finché Tom, stufo dell’inattività, alle 10.30 va in ricognizione: vuole capire le condizioni della parete. La osserva da sotto, mentre gli amici aspettano la sua decisione. Sorride e dichiara: «Anyway, I try!», ci vuole provare.

Le prime facili rocce sono coperte dalla neve, poi la parete diventa verticale e passaggi carichi di storia passano gradualmente, ma velocemente, sotto i suoi piedi. Avanza rimanendo in attesa dell’arrivo del freddo vento da Nord: solo allora scenderà. Ma il vento non arriva, o forse lui non lo sente.



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